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L'ANGIOPLASTICA CORONARICA

L'angioplastica coronarica, con o senza impianto di stent, praticata in forma programmata in caso di angina o in emergenza in caso d'infarto, è una pratica invasiva, non del tutto scevra da pericoli, sempre più usata nell'insufficienza coronarica conseguente al restringimento (stenosi) di una coronaria per una placca di colesterolo o ateroma. Difatti, in tal caso si configura una riduzione di apporto di ossigeno al miocardio e sul piano clinico l'angina pectoris se la stenosi è incompleta e l'infarto del miocardio se è completa.

Essa consiste nel dilatare una coronaria a livello della stenosi con un palloncino gonfiabile, introdotto nell'arteria.

 

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L'angioplastica è praticata in una sala di cateterismo o di coronarografia. Si svolge interamente sotto controllo elettrocardiografico. æ Il giorno precedente l'angioplastica (o in situazione di emergenza, in caso d'infarto miocardio), sono eseguiti gli esami ematologici ed ematochimici, comprendente anche la determinazione del gruppo sanguigno.
IL preliminare dell'angioplastica è la coronarografia eseguita introducendo con disinfezione e anestesia locale una piccola sonda in un'arteria degli arti, spinta fino al cuore e alle arterie coronarie sotto controllo radiologico, dove è iniettato un mezzo di contrasto è iniettato per la visualizzazione e la localizzazione precisa delle stenosi. Tale mezzo iniettivo può procurare una sensazione sgradevole di bruciore lungo il corpo o altro.
Molto spesso, nel momento del gonfiaggio del palloncino si avverte un dolore toracico identico a quello provato durante le crisi di angina pectoris. Da notare che la scienza medica si sta adoprando per evitare dopo tale trattamento la recidiva della stenosi con particolari terapie che vengono consigliate e che vanno seguite accuratamente sotto controllo dello specialista. Per tale motivo adesso all'azione dl palloncino si fa seguir l'applicazione di uno o più stent nudo oppure rivestito da farmaci (stent medicato).

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Nel caso di angioplastica elettiva ossia eseguita senza emergenza il paziente è generalmente dimesso dopo 24-48 ore con prescrizione di rivolti a fluidificare il sangue e a impedire il coagulo di sangue che può derivare dalla brusca ostruzione dell'arteria. Per finire è bene ripetere che l'angioplastica coronarica è comunque intervento invasivo e possono verificarsi durante o immediatamente dopo un banale malore vagale, disturbi del ritmo cardiaco, un'emorragia nella sede d'introduzione della sonda, l'ostruzione dell'arteria trattata che obbliga a ripetere la manovra con impianto di stent oppure a un by-pass coronarico d'emergenza.
Altre possibili complicazioni più rare sono l'ictus cerebrale e la morte durante l'intervento. Pur tuttavia l'angioplastica coronarica può essere definito trattamento sicuro ed efficace dell'insufficienza coronarica in grado molto spesso di fare scomparire i sintomi senza ricorrere a by-pass aorto-coronarico.