Stampa
Valutazione attuale: / 2
ScarsoOttimo 

L'ANGINA PECTORIS

img006

Detta anche "angor" è una condizione di allarme dovuta alla riduzione critica dell'apporto di sangue al cuore attraverso le arterie coronarie. Necessita di cure pronte che evitano complicazioni gravi. La lesione anatomica corrisponde di solito all'ostruzione arteriosclerotica delle coronarie che portano il sangue con l'ossigeno e i nutrienti al miocardio, il muscolo cardiaco. La sintomatologia insorge soprattutto in caso di sforzo instaurandosi la così detta ischemia miocardica, ossia riduzione di apporto di sangue adeguato ai fabbisogni dell'organo.

Il sintomo principale è il dolore, nella maggior parte dei casi sordo e angosciante, caratteristicamente a sede centrale del petto, dietro lo sterno, talvolta irradi antesi alla mascella, al braccio sinistro o al dorso. È scatenato più frequentemente da uno sforzo, anche banale, come la deambulazione, può essere anche violento e prolungato, obbliga al riposo, recedendo solitamente in pochi minuti. Può anche insorgere durante la digestione, emozioni, rapporti sessuali e, nei casi più gravi, anche a riposo.
La placca aterosclerotica con accumulo di colesterolo è spesso alla base dell'angina pectoris, dell'infarto miocardico e dell'ictus, favorita, come prima detto, dai fattori di rischio non modificabili come l'età e il sesso maschile, la menopausa, la familiarità e dai fattori di rischio modificabili come il fumo, l'eccesso della colesterolemia nel sangue, l'ipertensione arteriosa, il diabete.
Il proprio medico, che deve formulare la diagnosi escludendo altre condizioni di dolore toracico, dopo una consultazione molto dettagliata dovrà ricorrere a particolari esami strumentali diagnostici come l'elettrocardiogramma a riposo e se necessario nelle 24 ore e sotto sforzo, all'ecocardiografia, in alcuni casi alla scintigrafia miocardica a riposo e sotto sforzo.
La coronarografia, con visualizzazione delle arterie coronarie, potrà in selezionati casi essere eseguita in ospedale per precisare la sede e la gravità delle ostruzioni coronariche per stabilire il trattamento ottimale.
La terapia è rivolta soprattutto a fare cessare la crisi dolorosa dell'angina con farmaci a base di trinitrina, anche sotto forma di spray.
In caso di verifica di restringimenti delle arterie coronariche si può ricorrere ai farmaci per diminuire la frequenza delle crisi e rallentare la progressione dell'ostruzione. Ma si può anche intervenire dilatando con palloncino la stenosi, con o senza impianto di piccole molle destinate a evitare la recidiva chiamate stent, oppure eseguendo un by-pass coronarico chirurgico con un vaso che supera il tratto ostruito mettendo in comunicazione a ponte la parte a monte con quella a valle. Bisognerà sempre combattere i fattori di rischio per prevenire l'aggravamento della malattia.