Notiziario Settembre 2012 N°8 - ESERCIZIO E SALUTE ANCHE MENTALE - Invecchiamento, attività fisica e mortalità |
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Scritto da giuseppe Di Lascio e Susanna Di Lascio |
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Invecchiamento, attività fisica e mortalità
Sin dalla metà del secolo scorso si sono susseguiti studi clinici con conferma del benefico effetto dell’attività fisica sulla longevità a protezione da rischi specifici di malattie, quali la cardiopatia ischemica, l’ictus e il cancro. In particolare negli adulti più anziani vi sono evidenze non solo di maggiore longevità, ma anche di più elevati livelli di salute funzionale, di un minor rischio di cadute, di una migliore funzione cognitiva e integrazione sociale.
Hanno, così, calcolato in un campione di 6.811 uomini e donne norvegesi nel periodo 1965-1971 con follow-up fino al 2005-07 il HR (Cox proportional hazard regression ratio) e la PAF (population attributable fraction) per gli anziani oltre i sessantacinque anni, gli adulti di mezza età dai quarantacinque ai sessantaquattro anni e i giovani dai ventidue ai quarantaquattro anni, riducendo al minimo i fattori confondenti e i bias. L'AR [intervallo di confidenza 95% (IC)] associato a un alto livello di attività fisica era 0,63 (0,56-0,71), 0,66 (0,52-0,83) e 0,66 (0,47-0,93) rispettivamente per la mortalità per tutte le cause, la cardiopatia ischemica e l’ictus. La PAF (95% IC) per assente / bassa attività era coerente per tutte le età, variando dal 7,3% (3,4-11,4) dei giovani adulti al 9,1% (3,6-15,3) degli anziani. La PAF per il fumo e quella per l’ipercolesterolemia diminuivano con l'aumento dell'età [fumatori dal 19,9% (15,3-24,7) all’1,5% (-1,3 a 6,2) e colesterolo dall’11,5% (5,6-17,5) al -9,5% (-18,1 a -0,7)].
Invece, la PAF per l’ipertensione aumentava dal 5,3% (2,1-9,1) al 18,9% (8,3-28,4). In conclusione, l'importanza relativa dei fattori di rischio tradizionali variava tra i gruppi di età, ma l'attività fisica si proponeva come importante fattore di promozione della salute in tutte le fasce di età. |