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Notiziario agosto 2010 N°8 - Effetti metabolici e cardiovascolari degli antipsicotici

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Indice
Notiziario agosto 2010 N°8
I disturbi d'ansia - II^parte
Principi di cura dell'ansia e dell'attacco di panico
Effetti metabolici e cardiovascolari degli antipsicotici
Gli effetti compulsivo-comportamentali nella cura del parkinson
Messaggio per il paziente
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EFFETTI METABOLICI E CARDIOVASCOLARI DEGLI ANTIPSICOTICI

Dan W. Haupt e coll. della Washington University School of Medicine, in St. Louis, Missouri, sulle premesse che prove concrete hanno dimostrato che gli antipsicotici possono aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, influenzando il metabolismo del glucosio, dei lipidi e del peso corporeo, ricordando che l’American Association of Clinical Endocrinologists e la North American Association for the Study of Obesity hanno raccomandato il controllo della glicemia a digiuno e dei lipidi nel sangue all’inizio e dopo 12 settimane di trattamento con antipsicotici, che l’US Food and Drug Administration (FDA) ha confermato, in tali circostanze, il periodico controllo dei sintomi e degli effetti negativi metabolici e lo studio dei pazienti a rischio, visto il crescente ed esteso uso di antipsicotici di seconda generazione, in particolare nei pazienti più giovani, per esempio l’aripiprazolo ed il risperidone approvati per la schizofrenia degli adolescenti ed il disturbo bipolare, considerato l'aumentato uso degli off-label in questa classe di farmaci, hanno analizzato i dati di pazienti di età inferiore ai 65 anni con prescrizione di aripiprazolo, olanzapina, Quetiapine, risperidone, o ziprasidone, acquisiti dal database PharmMetrics nel periodo 2000-2006 (Am J Psychiatry 2009; DOI:10.1176). Già uno studio del 1998-2003, in una coorte di Medicaid, aveva rivelato che meno del 20% dei pazienti all’inizio della terapia con un antipsicotico di seconda generazione aveva avuto determinazione di glicemia basale e meno del 10% aveva ottenuto quella basale dei lipidi, essendo i bambini e gli adolescenti nell’ancora meno probabilità di essere sottoposti a tali test. Lo studio ha compreso 2 coorti di pazienti in età da meno di 12 anni a 64 anni, maschi nel 47%. La coorte pre-linee guida ha incluso 5.787 pazienti dal 1° luglio 2000 al 30 settembre 2003 e la coorte post-linee guida 17.832 dal 1° marzo 2004 al 30 novembre 2006, senza riscontro di alcun test di controllo di base ed alla 12^ settimana. Nel complesso, solo una piccola percentuale di pazienti hanno ottenuto il controllo della glicemia e dei lipidi nel 2° periodo di tempo, anche se in fase post- linee guida la percentuale è risultata leggermente maggiore.

Poiché i malati mentali hanno una più alta prevalenza di fattori di rischio cardiometabolici, come il sovrappeso e l'obesità, l’iperglicemia, la dislipidemia, l’ipertensione ed il fumo, con una speranza di vita ridotta, in gran parte legata alla prematurità delle malattie cardiovascolari, è particolarmente importante stimolare a migliorare in essi il monitoraggio dei livelli di glucosio e di lipidi nel sangue.

Wayne A. Ray e coll. della Division of Pharmacoepidemiology, Department of Preventive Medicine (W.A.R., K.H.), Clinical Center, Nashville, sulle premesse che l’uso degli antipsicotici tipici aumenta il rischio di gravi aritmie ventricolari e morte cardiaca improvvisa, essendo meno chiara la sicurezza cardiaca degli atipici, che hanno ampiamente sostituito i vecchi agenti nella pratica clinica, hanno voluto calcolare l'incidenza aggiustata di morte cardiaca improvvisa in 44218 e 46089 consumatori di farmaci tipici ed atipici, confrontandoli con 186.600 controlli (New Engl J Med 2009; 360: 225-35 e 294). Il rapporto del tasso d’incidenza per la morte cardiaca improvvisa è risultato più elevato nei pazienti trattati con i farmaci [1,99 (IC 95% 1,68-2,34) e 2,26 (IC 95%, 1,88-2,72) rispettivamente]. L'incidenza dei tassi di rapporto per gli utilizzatori dei farmaci antipsicotici atipici rispetto ai tipici è stato 1,14 (IC 95%, 0,93-1,39), mentre gli ex consumatori non hanno presentato alcun aumento significativo del rischio (tasso di incidenza 1,13, IC 95%, 0,98-1,30). Peraltro, in tutti i pazienti trattati si è registrato un simile aumentato rischio di morte cardiaca improvvisa, dose-correlato. In conclusione, gli antipsicotici atipici, dopo essere entrati nella pratica clinica dal 1989, pur considerando la loro efficacia in patologie particolari come la schizofrenia e la depressione bipolare, secondo i dati di tale studio, vanno considerati pericolosi come quelli tipici. Essi, pertanto, vanno usati attentamente e dopo uno studio elettrocardiografico per monitorare eventuale presenza o comparsa di Q-T lungo, evitandone l’uso, soprattutto nei bambini e negli anziani.



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