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notiziario Aprile 2013 N.4 ALIMENTAZIONE E SALUTE: LA CARNE - Carne rossa e cancro

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Indice
notiziario Aprile 2013 N.4 ALIMENTAZIONE E SALUTE: LA CARNE
Globalizzazione e alimentazione
Definizione e proprietà delle carni rosse
Carne rossa e malattie cardiovascolari
Carne rossa e cancro
Cuore a rischio con carni rosse e microflora intestinale impropria
La truffa globale della carne adulterata
Tutte le pagine

Carne rossa e cancro

Per loro canto, Sabine Rohrmann dell’University of Zurich - Switzerland e collaboratori nello studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition), su oltre 448,568 soggetti di ambo i sessi dimostravano un aumento della mortalità tra i soggetti che avevano consumato carni lavorate regolarmente e una minore in chi consumava carne rossa (BMC Medicine 2013, 11:63). Si registrava anche un aumento delle malattie cardiovascolari, ma anche dei decessi per cancro. In questo studio policentrico un gruppo di 521.457 adulti sani di età compresa tra i trentacinque e i settanta anni erano arruolati in ventitré centri di dieci Paesi europei: Danimarca (11%), Francia (14%), Germania (10%), Grecia (5%), Italia (9%), Paesi Bassi (8%), Norvegia (7%), Spagna (8%), Svezia (10%) e Regno Unito (17%). Un centro di Oxford dell’UK reclutava nello stesso tempo 27.000 vegetariani e vegani, che costituiva il sottogruppo più ampio in uno studio di questo tipo. Il reclutamento dei partecipanti, avvenuto tra il 1993 e il 1999, prevedeva un follow-up di almeno dieci anni. I principali dati prospettici erano raccolti in questionari alimentari standardizzati, autosomministrati o in un’intervista di base. Erano compilati diari alimentari di sette giorni. Erano prelevati campioni di sangue e misurazioni antropometriche, come l'indice di massa corporea e il rapporto vita-fianchi. Inoltre, lo studio GenAir caso-controllo studiava la relazione tra fumo passivo e inquinamento atmosferico con i tumori e le malattie respiratorie.

 I risultati e le raccomandazioni principali scaturite dallo studio, peraltro ancora in corso, sono stati nel 2008 i seguenti:

  • Ridurre l’assunzione di sodio, agendo sul sale, aumentare quella del potassio, promuovendo un alto consumo di frutta e verdura per favorire sani livelli di pressione sanguigna.
  • Mantenere un’alta attività fisica per favorire la longevità e il basso rischio di fratture ossee.
  • Favorire l’assunzione di alte quote di fibra alimentare per proteggere contro il cancro intestinale
  • Combattere l'obesità per ridurre il rischio di una serie di neoplasie maligne.
  • Usare con cautela alti livelli di ormoni sessuali per evitare il rischio di cancro al seno.
  • Evitare l’eccessiva assunzione dei grassi per evitare il rischio di cancro al seno.
  • Incrementare l’alimentazione di frutta e verdura per ridurre il rischio di tutte le cause di una morte precoce.
  • Evitare gli alti livelli di glucosio nel sangue per evitare l’aumento di rischio delle malattie cardiache.
  • Guadagnare quattordici anni di vita con l'impatto combinato di quattro comportamenti, come il non fumare, essere fisicamente attivi, consumare moderatamente l’alcol e almeno cinque porzioni di frutta e verdura il giorno.

Nel 2013 Sabine Rohrmann dell’University of Zurich - Switzerland e collaboratori hanno pubblicato un aggiornamento su oltre 448,568 soggetti di ambo i sessi dai trentacinque ai sessantanove anni con dimostrazione di un aumento della mortalità tra quelli che avevano consumato regolarmente carni lavorate e di un minore incremento della mortalità in chi aveva consumato quella rossa (BMC Medicine 2013, 11:63). Si era rilevato anche un aumento delle malattie cardiovascolari, ma anche dei decessi per cancro. In particolare, nel giugno 2009 si osservavano 26.344 morti e, dopo aggiustamento multivariato, l’elevato consumo di carne rossa correlava con una maggiore mortalità per qualsiasi causa con hazard ratio (HR) = 1.14, intervallo di confidenza 95% (IC) 1,01-1,28, 160 +, rispetto ai 10-19,9 g / die. L'associazione era più forte per le carni trasformate con HR = 1.44, 95% IC 1,24-1,66, 160 +, sempre rispetto ai 10-19,9 g / die. Dopo la correzione dell’errore di misura, rimaneva significativa una maggiore mortalità per qualsiasi causa solo per le carni trasformate con HR = 1,18, 95% IC 1,11-1,25, per 50 g / d. Gli Autori, a seguito dei loro risultati, stimavano che il 3,3% (95% IC 1,5% al 5,0%) dei decessi si sarebbe potuti evitare se tutti i partecipanti avessero consumato carni lavorate in quota inferiore ai 20 g / giorno. Le associazioni significative con l'assunzione delle carni lavorate si osservavano per le malattie cardiovascolari, il cancro e le altre cause di morte. Il consumo di pollame, invece, non correlava con la mortalità di tutte le cause.
In conclusione, sulla base dei loro risultati gli Autori sostenevano che esisteva una moderata associazione positiva tra il consumo di carne lavorata e la mortalità, in particolare per l’effetto sulle malattie cardiovascolari, ma anche sul cancro.
Pan A dell’Harvard School of Public Health, Boston – USA e collaboratori proprio per chiarire il ruolo del consumo di carne rossa sulla mortalità hanno osservato in modo prospettico 37.698 uomini arruolati dall’Health Professionals Follow-up Study dal 1986 al 2008 e 83.644 donne provenienti dal Nurses' Health Study dal 1980 al 2008, senza malattia cardiovascolare (CVD) e cancro al basale (Arch Intern Med. 2012 Apr 9;172(7):555-63).

La dieta è stata valutata mediante validati questionari di frequenza alimentare e aggiornata ogni quattro anni. Gli Autori hanno, così, documentato durante i 2.960.000 anni-persona di follow-up 23.926 morti, di cui 5.910 da CVD e 9.464 per cancro. Dopo aggiustamento multivariato per lo stile di vita e i maggiori fattori di rischio dietetici, l'hazard ratio cumulativo (HR) (IC 95%) di mortalità totale per un aumento di 1-servizio per giorno era 1,13 (1,07-1,20) per la carne rossa non trasformata e 1.20 (1,15-1,24) per le carni rosse elaborate. I corrispondenti HR (95% IC) erano 1,18 (1,13-1,23) e 1,21 (1,13-1,31) per la mortalità cardiovascolare e di 1,10 (1,06-1,14) e 1,16 (1,09-1,23) per la mortalità per cancro. Gli Autori stimavano anche che la sostituzione di una porzione il giorno con altri alimenti, tra cui il pesce, il pollame, le noci, i legumi, i latticini a basso contenuto di grassi e i cereali integrali, con una porzione di carne rossa si associava a un minore rischio di mortalità dal 7 al 19%. Inoltre, valutavano che nelle coorti il 9,3% dei decessi degli uomini e il 7,6% delle donne si sarebbero potuti evitare alla fine del follow-up, se tutti gli individui avessero consumato meno di 0,5 porzioni il giorno, pari a circa 42 g / die, di carne rossa.
In conclusione, nello studio il consumo di carne rossa si associava a un aumentato rischio di mortalità totale, cardiovascolare e per cancro. La sostituzione con altre fonti proteiche più ​​salutari della carne rossa si associava, peraltro, a un minor rischio di mortalità. In particolare, dopo aggiustamento per i fattori di rischio multipli, il consumo di una porzione supplementare di carne il giorno si associava con un aumento del 16% del rischio di mortalità cardiovascolare e del 10% del rischio di morte per cancro. A seguito dei suoi risultati, Pan A suggeriva di ridurre il consumo della carne rossa non trasformata a meno di tre porzioni la settimana e di sostituirla con porzioni di pesce, pollame, cereali integrali salutari.



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